Nel panorama del Big Data, Apache Spark e Apache Hadoop sono due strumenti fondamentali, ma spesso vengono confusi o messi a confronto senza una piena comprensione delle loro caratteristiche distintive. In questo articolo, analizzerò le principali differenze tra questi due framework.

Elaborazione dei dati

Una delle principali differenze tra Spark e Hadoop è il modo in cui gestiscono l’elaborazione dei dati:

  • Spark si basa su un’elaborazione in-memory. Questo significa che i dati vengono processati direttamente nella memoria RAM (quindi rimarranno salvati qui anche i risultati delle elaborazioni intermedie), senza dover essere continuamente scritti su disco. Grazie a questa caratteristica, Spark è fino a 10 volte più veloce di Hadoop. Questa velocità lo rende ideale per analisi complesse o per applicazioni di machine learning.
  • Hadoop, invece, utilizza il modello MapReduce, che salva i dati su disco dopo ogni fase di elaborazione. Sebbene questo approccio sia più lento, è altamente affidabile e perfetto per gestire enormi dataset in modalità batch.

Inoltre, seppur Spark non sia stato ideato appositamente per analisi real time, il sistema Streaming tramite un approccio mini-batch prende i dati che arrivano in streaming, li divide in piccoli batch e li elabora uno dopo l’altro. MapReduce, invece, non si può utilizzare per analisi real time, in quanto ha bisogno di avere tutto il dato prima di poterlo elaborare.

Costi e scalabilità

Un aspetto importante da considerare sono i costi:

  • Spark, essendo basato sull’elaborazione in memoria, richiede più RAM. Questo può rendere i costi hardware più elevati, soprattutto per grandi dataset;
  • Hadoop è meno esigente in termini di RAM e si affida principalmente al disco, risultando in un costo hardware più contenuto.

Entrambi i framework sono altamente scalabili e progettati per gestire enormi quantità di dati distribuiti. Tuttavia, Spark è più performante su cluster moderni con risorse abbondanti.

Facilità di utilizzo

Apache Spark offre un modello di programmazione più flessibile e intuitivo rispetto a Hadoop, grazie alla distinzione tra Transformations e Actions, che corrispondono rispettivamente a Map e Reduce nel modello MapReduce di Hadoop. Le Transformations in Spark, come map() o filter(), consentono di trasformare un dataset in un altro in modo dichiarativo e vengono valutate in modo “lazy”, ovvero solo quando un’Action, come count() o saveAsTextFile(), richiede l’esecuzione effettiva. Questo approccio non solo ottimizza le prestazioni, ma consente agli sviluppatori di lavorare con un linguaggio più naturale e meno dettagli tecnici rispetto al rigido modello MapReduce di Hadoop. Inoltre, Spark permette di scrivere codice più compatto e modulare, riducendo la complessità e migliorando l’efficienza dello sviluppo di applicazioni per i Big Data.

Dipendenza dallo storage

Apache Spark si distingue per la sua natura agnostica rispetto allo storage, che lo rende estremamente flessibile e versatile. Anche se viene spesso utilizzato insieme a HDFS (Hadoop Distributed File System), Spark non è strettamente legato a questa tecnologia. Può infatti accedere e processare dati archiviati in una varietà di fonti, tra cui database NoSQL come Cassandra, servizi di cloud storage come Amazon S3, file in formato Parquet, JSON, CSV e molti altri. Questa indipendenza dallo storage consente a Spark di integrarsi senza difficoltà con diverse infrastrutture, adattandosi perfettamente a scenari in cui i dati provengono da fonti eterogenee.

Al contrario, Hadoop, che è strettamente vincolato a HDFS, è meno flessibile in questo senso. La capacità di Spark di lavorare con molteplici sistemi di archiviazione rappresenta un vantaggio competitivo importante, offrendo agli sviluppatori la libertà di scegliere la soluzione di storage più adatta alle esigenze specifiche dei loro progetti.

Modelli di dati

Apache Spark si distingue per il suo modello di dati generale, che supporta diverse astrazioni come RDDs (Resilient Distributed Datasets), DataFrames e DataSets, offrendo agli sviluppatori una flessibilità senza pari.

  • Gli RDDs rappresentano l’unità di base di Spark: sono immutabili, distribuiti e offrono un controllo dettagliato sulle operazioni, ma richiedono più codice rispetto ad astrazioni di livello superiore.
  • I DataFrames, invece, forniscono una vista tabellare dei dati, simile ai dataframe di Python o R, rendendo l’elaborazione di dati strutturati o semistrutturati più semplice e intuitiva. Inoltre, sfruttano il Catalyst Optimizer di Spark per migliorare automaticamente le prestazioni.
  • I DataSets combinano i vantaggi degli RDDs e dei DataFrames, offrendo un’interfaccia tipizzata che garantisce maggiore sicurezza e controllo, particolarmente utile per linguaggi come Scala o Java. Grazie a questa varietà di opzioni, Spark permette di bilanciare controllo, semplicità e prestazioni, adattandosi facilmente a casi d’uso di diversa complessità.

Paradigma di programmazione

Apache Spark adotta un paradigma di programmazione sottostante simile a MapReduce, basato sul concetto di “scatter-gather”. Questo approccio distribuisce (scatter) i dati e i calcoli tra i vari nodi del cluster, dove vengono elaborati in parallelo su diverse porzioni di dati. Una volta completata l’elaborazione locale, i risultati parziali vengono raccolti (gather) per produrre il risultato finale. Questo modello consente a Spark di gestire grandi volumi di dati in modo altamente parallelo ed efficiente.

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